Tutto nel segno di lei

TUTTO NEL SEGNO DI LEI

Concept, coreografia e costumi Roberta Ferrara

Disegno Luci Roberto Colabufo

Durata 10 minuti

Può uno sguardo deviare completamente il corso di un’intera vita? Può un incontro essere in grado di modificare un’intera esistenza?

 

L’Italia e il mondo intero si apprestano in questo 2021 a ricordare i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Il Sommo Poeta, universalmente noto per il contributo che diede alla lingua italiana e per la grandezza data dal suo poema più famoso: La Divina Commedia, è anche il poeta la cui opera letteraria affronta tutte le tematiche del sentire e delle faccende umane, fra queste l’amore. 

Famoso tanto da diventare un topos letterario, infatti, il suo amore per Beatrice, colei che  venne “da cielo in terra a miracol mostrare”.

 

Un amore passato alla storia e ripreso tuttora per rappresentare quei picchi di intensità che questo sentimento può raggiungere. 

All’età di nove anni Dante incontrò Beatrice Portinari e disse che già da allora bastò uno sguardo e anche meno. La stessa presenza prima della comparsa della donna aveva destato il poeta che la rivide poi quando entrambi avevano appena compiuto i diciotto anni e durante quel secondo incontro tutto nella sua vita cambiò. «Sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva.» Pur non avendole mai rivolto parola, da quello sguardo nacque il suo amore per lei, una donna realmente vissuta, ma anche una creatura indefinita. Fra verità, storia, idealizzazione ed esaltazione, qualunque fosse la verità riguardo la relazione fra Dante e Beatrice, la donna fu per lui Musa, fondamentale fonte di ispirazione poetica.

E certo è che Dante l’amò profondamente, come si evince dalla descrizione della donna. Ogni cosa in lei pareva emanar candore e purezza e così la descrisse, seguendo i canoni dell’amor cortese. L’amò pur mantenendo intatto quel legame platonico che avrebbe per sempre caratterizzato la loro storia. Un amore dunque mai totalmente realizzato, come tanti ne esistono, e che mandò Dante in profonda crisi quando Beatrice, giovanissima, morì.

 

Tutto avviene nel segno di Beatrice. Una vita che si snoda tra il prima e il dopo di lei. Per rivederla lì, all’ ingresso del Paradiso, unica degna ad accedere oltre, in quello che sarà il viaggio di tutti i viaggi.

Una “Vita Nova” dopo quell’incontro, una vita rinnovata dall’amore per lei, nel momento in cui lo spirito vitale , che si trova nella parte più intima del cuore, cominciò a tremare così tanto.

I loro occhi si incontreranno di nuovo nove anni dopo. Poi mai più. Il lutto per la morte di lei rappresenterà il lutto per la perdita di una conoscenza illuminante e immediata. Una narrazione autobiografica rielaborata alla luce del suo significato trascendentale. 

 

Roberta Ferrara si avvicina a quest’intensità sconvolgente interiorizzandola e trasmettendola con il suo linguaggio. Una coreografia fatta di sguardi, ascese, cadute, rincorse, braccia tese in un abbraccio mai compiuto, una ricerca mai appagata, ma piena di quello struggimento che “muove il sole e le altre stelle” che muove i corpi e ancor di più, raggiungendo l’Oltre di cui non si riesce nemmeno a parlare, ma solo sentire, e assieme vibrare.